L’importanza del blocco. Quali i motivi di inefficienza ed inefficacia ?

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Prendo spunto dalla discussione di ieri sera con la mia squadra, analizzando la nostra ultima sconfitta in campionato e dalle informazioni reperite su siti web e libri specializzati con i quali tenersi costantemente informati.

Troppo spesso si parla con leggerezza dei blocchi e seppure lo si fa a squadre senior ed esperte si tende a tralasciare quei dettagli che possono risultare invece determinanti.

Urlare “fai un blocco per il playmaker” può dire tutto oppure nulla, può risultare come un’arma vincente oppure un frustrante attacco mai innescato, una fonte di discussione, fra giocatori, in campo. Urlarlo più forte e più volte, anche se incrocio colleghi convinti del contrario, non aiuta i nostri giocatori.

I difetti di un blocco, fra inefficienza ed inefficacia.

  • Limportanza: occorre spiegare l’importanza del blocco focalizzando l’attenzione sui concetti di vantaggio (di tempo e di spazio, postulati della pallacanestro) e sulla praticità dei fatti: senza una azione mirata ad ottenere un vantaggio di tempo o di spazio nei confronti della difesa, un attacco non può funzionare. Il blocco è uno degli strumenti che permette appunto di squilibrare (altro postulato della pallacanestro, l’equilibrio) la difesa. Uno strumento fra i più efficaci e, se ben preparato, utilizzato, più efficienti.
  • L’angolo del blocco: troppo spesso il difensore riesce a passare sopra o sotto al blocco e di fatto, il blocco, quindi, a non funzionare. Succede molto spesso nella pallacanestro giovanile. Pur non esistendo, nonostante alcuni noiosi libri di tecnica ipotetica si affannino a pontificare, un angolo di blocco buono per tutte le occasioni, quello che insegno io è a non bloccare esattamente perpendicolarmente alla spalla del difensore, specialmente se questo sta difendendo sul palleggiatore: ho notato che in ogni categoria è più facile per il difensore bloccato forzare il blocco e concedere al suo attaccante un vantaggio non utile ai fini di un tiro.
    E’ molto più efficace, invece, posizionare il blocco subito dietro l’anca del difensore da bloccare: questo è un angolo che pone in bilico la definizione del blocco fra semplice e cieco ossia un blocco che il difensore non può vedere e che deve essere, lo ricordo, per regolamento, portato lasciando “un po”‘ di spazio fra bloccante e bloccato. Tutto sommato però quello detto è un blocco che rientra nel limite del campo visivo del difensore bloccato così che il blocco non possa definirsi cieco. E’ ovvio però che lavorando sui blocchi in questa maniera  rischieremo che l’arbitro ci fischi qualche blocco irregolare: se avverrà un paio di volte a partita probabilmente sarà un ottimo indice del fatto che li stiamo utilizzando con la giusta decisione e con il giusto angolo (al limite del cieco).L’angolo sopra descritto risulta micidiale per la difesa se l’attaccante mantiene sempre una buona iniziativa ossia se minaccia il suo attaccante puntando il ferro, che lui abbia o meno la palla. Mantenendo l’iniziativa il difensore sarà attratto visivamente solo dal suo attaccante e non percepirà troppo presto il blocco se non quando andrà ad impattarci cercando, ignaro, di scivolare per difendere. A quel punto l’impatto sarà “perfetto” perché il difensore subirà il blocco e quando riuscirà ad uscire dal blocco sarà di fatto costretto a difendere inseguendo l’attaccante: la peggiore condizione di difesa
  • Velocità del blocco: almeno i miei giocatori, nonostante insista da tempo nel dirlo, camminano per andare a bloccare. A volte incide la stazza, altre la demotivazione delle tante botte prese e dei pochi palloni ricevuti   .Superfluo ricordare quanto i cambi di velocità siano importanti nel basket e quanto, in un impatto fisico, la dinamica della corsa possa influire così come il posizionamento fisico nello spazio, le gambe piegate, i muscoli di queste quindi contratti.
  • Vantaggio del bloccante e conseguente svantaggio del suo difensore: a mio avviso uno dei punti più sottovalutati .E’ chiaro che qualunque sia la scelta tattica di difesa sui blocchi e che questi siano usati su un pick&roll oppure meno, lo svantaggio del difensore del bloccante risulta determinante.Supponiamo che in una situazione di pick&roll la difesa giochi uno show ossia un aiuto del difensore del bloccante sul palleggiatore, volto a rallentare il palleggiatore stesso, seguito da un recupero sul suo attaccante che, si suppone, abbia intanto “rollato” dentro l’area dei 3″.
    Se il difensore del bloccante fosse in ritardo di tempo e/o spazio rispetto al blocco, la scelta tattica della difesa diventerebbe inefficace. Come causare questo svantaggio?

    • Bloccando il bloccante ossia eseguendo un primo blocco, anche se non troppo efficace ma utile a fornire un minimo vantaggio al bloccante che, uscendo da questo, correrà verso il compagno per eseguire lui, stavolta, un blocco. La difesa si troverebbe così a dover recuperare, nell’ipotesi meno rosea per l’attacco, due svantaggi (primo e secondo blocco).
      Appare evidente come un buon blocco iniziale sul bloccante causerebbe uno svantaggio del suo difensore e quindi un mancato aiuto nell’esempio del gioco a due sopra ipotizzato: la conseguenza del fatto è ragionevolmente un tiro aperto per il palleggiatore od un facile servizio per il bloccante.
    • Finte di corpo, autoblocco: il bloccante prima di bloccare esegue smarcamento e finte di corpo. il tutto è volto ad ottenere un minimo vantaggio individuale da incrementare poi, successivamente col secondo blocco e farlo divenire un vantaggio di squadra.

Proseguendo, analizzando le componenti di un blocco, non va trascurato di certo:

  • Contatto: in effetti, un blocco, è banale dirlo, non esiste se non si realizza il contatto. Sopratutto nelle squadre giovanili il timore del contatto fisico non permette di eseguire un blocco efficace. In allenamento va spiegato come assorbire il contatto, educare al contatto fisico.
  • Blocco rimosso di fretta: il blocco va mantenuto finché il bloccato non riesce a liberarsene, a togliersi da quella posizione avendo appunto speso tempo; rollare troppo presto, di fatto, favorisce il recupero difensivo.

 

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