Giocare con il Pivot

Da sempre perseguo questo gioco sebbene a categorie giovanili o senior non elevate sia difficile avere quello che si chiama un centro dominante.
Ad ogni modo a mio modo di vedere anche solo appoggiare la palla al post basso da un respiro differente alla manovra ed offre maggiori possibilità all’attacco perché costringe la difesa a lavorare in uno spazio maggiore: non solo su direttrici esterne ma anche, appunto “dentro fuori”.
Trovo sempre più difficile giocare in questo modo per la scarsa attitudine dei giovani al sacrificio, ai contatti, e perché di base in tv cioè che si vede è un insistito gioco di penetra e scarica fatto da bombardieri dalla lunga distanza. Un giovane quindi, non è spinto nemmeno da esempi in TV a giocare sotto canestro: i centri dominanti non sono tali, lo sono ma lontano dal canestro.
Ho trovato beneficio nel gioco in diverse categorie minori, giovanili “grandi” comprese, nel giocare con un post basso o nell’istruire esterni più dotati fisicamente nello sfruttare vantaggi sotto canestro: non importa che il nostro pivot sia dominante fisicamente o tecnicamente: l’importante è che sia correttamente istruito, che abbia una struttura fisica forte: aprirà spazi e possibilità per tutta la squadra

L’articolo riportato è un condensato di idee di Coach Matteo Boniciolli: sempre fonte di grandissima ispirazione a tutti i livelli. Proprio per questo ho scelto di pubblicare un suo articolo uscito su Coach Box n5, rivista FIP diciamo, con articoli molto interessanti, spunti, schemi, misti a bugie sul funzionamento federale 🙂

Giocare con il Pivot da FIP Coach box n5

Come diventare tiratori credibili?

Teodosic shot

Forse nella tanta filosofia propinata dai santoni della pallacanestro viene sottovalutato qualcosa di piuttosto lampante e sul quale a mio parere, per moltissime ragioni,almeno ai livelli dei campionati regionali, si investe molto poco: il tiro.

Con un ottimo tiro fra le proprie abilità serve davvero tanto altro?
L’unico a fare discorsi su questa impostazione, per quanto ho potuto ascoltare in prima persona, è stato Matteo Boniciolli; durante un clinic organizzato dalla Fip, qui a Roma, parlo di “tiratori credibili”: è inutile predicare geometrie irraggiungibili, filosofie di collaborazione, lavorare di fino su ogni movimento se non si cura davvero il tiro. Continua a leggere