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La notizia mi ha raggiunto mentre ero con le mani sporche di grasso, intento nel niente di un pomeriggio di ferie.

Prendere ferie per niente di serio la dice lunga. Potrei non scrivere oltre.

Con mezzo sigaro toscano in bocca e la barba invasa dall’odore acre del fumo operavo la vespa per l’ennesima volta, senza successo.

Succhiare aria dalla cannuccia delle manifatture di Lucca, stringere un bullone, fantasticare sul prossimo giro in vespa e sul prossimo viaggio sembrava l’apoteosi dell’aspettativa di vita.

Stefano ha chiamato: è nata la figlia. Lo dico ora, anche se la notizia è di giorni fa.

Dopo Lorenzo, Giorgia.
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