I will remember

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charles Bukowki smoking a cigarette

 

I will remember the kisses
our lips raw with love
and how you gave me
everything you had
and how I
offered you what was left of
me,
and I will remember your small room
the feel of you
the light in the window
your records
your books
our morning coffee
our noons our nights
our bodies spilled together
sleeping
the tiny flowing currents
immediate and forever
your leg my leg
your arm my arm
your smile and the warmth
of you
who made me laugh
again.

 

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Io sono

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Io sono
Una macchia di sporco
Una foto sfocata, un bacio di striscio.
Io sono in ogni tuo buco, dietro ogni pensiero, oltre ogni notte, fra cento canzoni.
Io sono l’occasione perduta, il lato opposto, la coda sbagliata, la cosa migliore.
Io sono il colore sfumato, la superficie scivolosa, l’odore cattivo che vuoi sempre sentire.
Io sono un cibo grasso, quella padella che ti scotta sempre le dita, io sono la schiuma del latte venuto fuori al mattino, il caffè saltato via dal cucchiaino alla tua maglia.
Io sono ogni tua mattina, ogni sera, io sono tante canzoni.
Io sono.

Anche oggi con te.

ChiAmami

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Oggi ho pensato che non ho un nome, che tu non hai bisogno di chiamarmi perché ti giri e mi scopri attento.
Ti guardo per un bisogno complicato, per una gioia e la sua voglia: così osservo le tue dita che indagano lente le parole di un libro, ascolto il mormorio arrotondato della tua lettura, mi agito seguendo la tua lingua che salta sul palato mentre parli.

Seguo attento la scia delle unghie colorate, la traiettoria dei tuoi piedi mentre senza saperlo ti muovi calpestando noncurante le linee delle fughe fra le piastrelle, quei confini che da bambino dovevo saltare e mai calpestare per via di una logica e di una paura che ancora oggi non riesco a rinnegare.
Ecco, vorrei essere come te, non accorgermi dei limiti ed andare. Continua a leggere….

Nodi

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Savoy_knot
Ci sono nodi difficili da sciogliere, è risaputo, ce ne sono altri, poi, tipo quelli degli auricolari, di quei nodi inaspettati che il caso, od un marinaio microscopico nascosto nelle tue tasche, prepara minuziosamente. E non riesci a scioglierli, e poi in qualche modo ti rassegni non soffrendoli più ma apprezzandone la tenuta, la loro abilita di farti sentire rassicurato, sostenuto.
Ci sono nodi piccoli, altri grandi, alcuni che arrivano mentre segui la corda con lo sguardo, che tornano quando hai fatto il giro di tutta la cima, o di una collana, fra i saliscendi profumati di una donna. 
Ci sono nodi, come quelli del cavo elettrico del mio lettore cd, così impolverati e nascosti, stavolta dietro al mobile del piccolo soggiorno, da essere ostili ed odiati, da impedire la linearità, la musicalità, visto che poi dovrei scioglierli per  poter riparare il lettore.
Ci sono nodi, grossi e stretti come il groppo in gola che ho quando parlo di mio padre, come le linee curve delle mie lacrime che poi mi segnano le guance. 
Ci sono nodi e modi di scioglierli, maniere di rinsaldarli.
Ho visto nodi venire al pettine pure se io il pettine non lo uso ormai da oltre un decennio: ci sono nodi e li ho visti con piacere.
Ci sono nodi che non voglio sciogliere, fatti di corde semplici e non pregiate, di materiali poveri ma resistenti molto più di quelli costosi. Ci sono nodi, come nel mio caso, in grado di tenermi a galla, di farmi sentire sospeso, ma non nel senso di equilibrio precario, di “in bilico”, quanto invece nel senso di “altalena”, di quelle che poi ti fanno ridere forte quando sei ragazzino.
Nodi, e poi corde eleganti che si attorcigliano e tornano, che paiono lunghe come fortunate collane.
Ci sono nodi, che con i lacci non c’entrano nulla e che non fanno sentire costretti.
Ho conosciuto chi, con i modi, stretti con grazia è capace di salvare una vita: quei nodi funzionano anche da arrampicati, sul saliscendi della vita e delle giornate di quest’inverno.
Knot, in inglese: e pare una parola del tutto onomatopeica
Provate a dirlo, leggendola: quella parola pare il rumore che fa l’epiglottide quando ingoi la saliva e pare scendere storta. Knot, appunto, il rumore che fa il nodo alla gola quando deglutisci un’assenza.

Ritardare

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too late

La grazia e la calma di lentissimi baci, la vertigine conseguente all’improvvisazione. Un bene complicatissimo faceva rima con familiarità e permetteva di  mantenere gli occhi aperti pur senza indagare ne chiedere.
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