L’india a tavola: cena a Tanjore e consigli per turisti disperati

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Più sprofondiamo nel sud e più troviamo l’India che speravamo.
Le città più grandi ed organizzate lasciano spazio ai villaggi di agricoltori ed infinite piantagioni delimitate da alberi di anacardi o tamarindo.
La passeggiata serale alla ricerca della cena e di scorci buoni da fotografare è stata fallimentare. Tanjore è caotica come poche altre ed attraversare la strada un’impresa di minuti.
A volte parlare è difficile per via dei clacson incessanti: anche in hotel, a porta e finestre chiuse riusciamo a sentire le urla dei venditori, i suoni dei camion e dei milioni di scooter e piccole motociclette.

Le nostre scarpe sono sospese sulle sedie visto che a terra camminano insetti che temiamo possano decidere di viaggiare con noi: l’hotel è più che buono ed abbiamo acqua calda più il solito nano specchio in bagno che inquadra l’ombelico nel caso volessi radermi il petto piuttosto che il viso.
La corrente elettrica qui nello stato del Tamil Nadu è meno di quella che servirebbe, così ci sono i famigerati power cuts: corrente elettrica solo in alcune ore del giorno. Stamattina abbiamo visitato il museo principale ma fino alle 10 essendo senza elettricità è stato piuttosto inutile visto che non era possibile vedere nulla nelle stanze.
Gli hotel principali hanno più spesso energia ma è instabile così ogni tanto si rimane chiusi in ascensore oppure si assite a blackout più o meno lunghi che però non sconvolgono affatto le operazioni delle persone.

Ieri sera abbiamo trovato un ristorante vegetariano lungo la strada: una signora anziana usava una pezza ormai nera per pulire i tavoli ma lo faceva come per renderli decenti e l’effetto finale era apprezzabile se non altro per l’impegno ed i larghi sorrisi.
Le posate venivano lavate poco più avanti con acqua che in teoria filtrata ma che in pratica non rassicurerebbe così come non rassicurano i bicchieri di metallo pronti sul tavolo: bere dalla bottiglia è sempre la soluzione migliore così come quella di ordinare solo acqua minerale.
Occorre controlllare che questa sia veramente ancora sigilllata qui non è mai capitato che ci servissero bottiglie finte sigillate ma..accade.

Per mangiare si spendiamo in media 2 o 3 euro per entrambi così a volte ci concediamo un lussuoso pasto che spesso è negli hotel dove dormiamo, se meritano ( non a Tanjore di cui raccontavo sopra); in questo caso si arriva a spendere 13-15 euro in totale.
La via di mezzo sono i ristoranti veri e propri, diversi da quelli dove si siede in tavoli comuni e dove la cucina è a vista ( diciamo una sorta di fast food ma indiani).

Questione samosa: i famosi e gustosissimi snack od antipasti indiani che possono essere vegetariani o di carne sono assenti ingiustificati. Chi li ha finiti, chi li serve solo nel pomeriggio, chi solo a pranzo tutti, praticamente, sempre nel pasto opposto a quello in cui noi li cerchiamo!!

Abbiamo in compenso provato parecchi nuovi piatti ma non di tutti ricordiamo i nomi:

Idly: un pane cotto al vapore, spugnoso ed acidulo, da mangiare più che altro a colazione versandoci sopra i vari mix vegetali e le varie salse.

Chapati: un pane che credo qui sia fatto di farina di ceci, servito spesso in 2 o 3 pezzi accompagnato dalla salse di cui sopra. Costo circa 1,5 euro e pasto assicurato causa sapori speziati e piccantissimi.Potreste abbinarci riso bianco oppure riso al limone ( con lemon grass, non succo di limone) e chiudere il pasto ben sazi.

Naan: altro pane, cotto nel foro tandoori, aromatizzabile al burro, all’aglio, alla cipolla, a parecchie altre cose che rendono la versione semplice più apprezzabile che mai ! Costo quasi incalcolabile in euro visto che viene servito da solo: diciamo 20 centesimi.

Dosa: pane spugnoso, ma non acidulo, fatto con curcuma, da abbinare alle solite salse oppure al dhal ossia alle lenticchie stufate, nere, gialle (le migliori).

Papadam o papa in alcuni posti: sfogliatine di farina di lenticchie e semini di cumino da sgranocchiare con zuppe o salse.

Ladyfinger: li provammo su al nord; diciamo a metà fra zucchine molto piccole ed asparagi/fagiolini

Byriani: un complicatissimo mix di vegetali : chiudere gli occhi e masticare. Ottimo ed economico.

Tikka: un suffisso che indica “pezzo di”. Spesso pollo ma anche montone, sempre senza ossa di mezzo, salvo errori (occhio alla masticazione)
Qui al sud la carne è puuttosto rara mentre il pesce è abbondante ma…da evitare perchè viene conservato ben bene per terra.

La pastorizzazione non è di questa parte di mondo: il latte è più forte del wishky e crea ingestibili incidenti intestinali !!!!

Il burro da spalmare sul pane, a colazione, nel caso voleste evitare di mangiare speziato : spesso male conservato ma altrettanto spesso buono anche se forte. Se trovate vero pane in cassetta vale la pena di provare per spezzare un po i sapori.

Stamattina ho provato invece delle gustosissime ciambelline frutte, speziate, che sarebbero da mangiare co le salse ancora poù speziate ma che, se mangiate asciutte possono adempiere allo scopo

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