Ritorni: il caldo, la stagione di protesta ed io, qui sul blog

No Comments

Questo post è stato letto 952 volte!

La-strada-del-ritorno_large

Così ho preso su il pc, spinto da qualche messaggio, da un paio di e-mail e da qualcuno che di persona mi ha chiesto perché non scrivessi da tempo. E va ammesso, fa piacere sapere d’essere letti , che ci sia aspettativa.

Intanto non ho ancora finito il libro che stavo leggendo (Vedi post precedente) e mi sono concentrato sul lavoro, sull’idea di una applicazione per pendolari, su qualche birra, sui film a notte fonda e soprattutto sulle ultime partite dei miei campionati di basket.Intanto a Roma è arrivato il caldo e così i turisti sono già in giro a maniche corte lasciandoci con la curiosità della loro provenienza, ai nostri dubbi sul vero inizio del caldo, dell’estate e sulla possibilità  delle strade che vanno svuotandosi, cominciando già quando le scuole sono agli sgoccioli, il traffico ci lascia in pace e gli studenti senza un vero motivo girano per il centro senza zaino. Meno traffico a parte che sul solito Gra, ma questo è ovvio.

Già, le scuole: oggi c’è una manifestazione, un’latra di una serie intermnavile che ricorda gli anni 60, 70. Elicotteri, fischietti, polizia in tenuta antisommossa, strade bloccate e  qualche disordine a cui il romano medio è ormai stranamente abituato, assuefatto.

Oggi è la volta di studenti e professori, per una volta uniti, squadra unica. Ed è bello vederli lì nello stesso vagone perché senza che dicano nulla o che davvero interagiscano, sembrano tutti allo stesso livello. Il fatto che gli insegnanti parlino fra loro mentre gli studenti provano ad organizzarsi per salire e scendere tutti assieme dai vagoni o per trovare la strada dove andare li fa apparire, almeno oggi, paradossalmente, gli uni disinteressati agli altri, eppure così uniti dallo stesso scopo, dalla stessa idea.
Oggi gli insegnanti non provvedono organizzando, curandosi degli allievi e questi sono quindi costretti ad essere grandi, a sentirsi allo stesso tempo svagati contestatori giovanili ed impegnati adulti su tematiche sociali, politiche, lavorative. Ecco perché oggi sono uniti.
Così stamattina in metropolitana c’era quella strana atmosfera di eccitazione, quel vociare emozionato, quei megafoni e qualche jeans strappato messo su per l’occasione, quella atmosfera nella quale tutto sembra possibile e stupefacente, un po come succede durante i concerti dove la vita ti sembra davvero bella e qualcosa sempre sull’orlo del succedere.
Gli studenti di fuori Roma li riconosci subito perché sono quelli con la faccia più smarrita e tutti vicini vicini come un piccolo branco nel mezzo un branco maggiore. Esperienza, ritmi, spazi da imparare. Sono le prime volte, poi ci si abitua, ci si fa occhio clinico, si cammina, respira e vive il corteo che a prima vista pareva impossibile. Saranno giorni che rimarranno nella loro memoria, ne sono certo: ricordo i miei.

Di mezzo nel periodo di silenzio qui sul blog ci ho messo anche qualche concerto (Carme Consoli), qualche scritta sui muri fotografata gironzolando, pochi km in moto, 3 camicie su misura, qualche sigaretta, qualche mattina da Claudia a raccontare di me.

Rieccomi, a casa, in qualche modo, ossessionato dal lavoro e dai corsi di formazione che per tutto Aprile mi hanno portato in giro nemmeno fossi una rock star: ogni giorno, un palco dal quale parlare, eventi con anche oltre 200 persone, domande alla fine dell’intervento, persone da conoscere: una specie di sessione autografi.
In un caso anche diretta streaming su web. Peccato, o per fortuna che io però sia sempre lo stesso.

Allora via, ho ricominciato, spero, a scrivere un po, a respirare od almeno a tirar fuori tutto quello che ho accumulato, scritto, vissuto, visto e sognato.
Avevo pensato ad un viaggio in Nepal, ma avrete sentito quanto è successo, così cambio meta sperando quella gente, in quel disastro, possa risolvere e che i soldi donati vengano davvero usati per loro. Altra meta quindi, ma per ora meta segreta, almeno fino alla partenza.

Sfoglio le bozze, ci lavoro su: intanto ci tengo a salutare, senza elencarli, tutti quelli che hanno scritto per chiedere (paura fossi scomparso, che avessi dato il via al mio Into the wild, eh?).

E poi saluto Ana, amica spagnola, conosciuta grazie ad Edu e Reme: lei e Braulio sono venuti qui a Roma lo scorso anno e da allora siamo rimasti in contatto esercitando l’inglese: hi there Ana, this post is also for you. Sure you are reading (rss subscription) 😉

 

P.s.

Ho perso un calzante, una penna alla quale tenevo tanto, la voglia di fare, ma poi almeno questa l’ho ritrovata.

 

 

Foto astrangegirl, Flickr

 

Questo post è stato letto 952 volte!

Lascia un commento

Devi essere connesso per commentare.


free counters