Ciambella!

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ciambella

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Non mi fido dei bar che non vendono ciambelle ! Posso essere finite, si, ma non concepisco i bar che non le vendono adducendo spiegazioni assurde tipo che essendo fritte sono poco richieste o che sono troppo grandi e nessuno le mangerebbe a colazione: è proprio quello il bello!

La regola è che se vai a fare colazione al bar e c’è una ciambella, non importa quanto tu abbia già mangiato né la tua linea, devi prenderla.
Le ciambelle sarebbero meglio senza zucchero sopra ma la gente è inetta e non lo capisce così che spesso occorre scrollare lo zucchero cercando proprio di farlo cadere sul bancone del bar così da costringere il barista a pulire e riflettere sul futuro ed appunto sulle quantità di zucchero.
A me le ciambelle ricordano il mare perché mio padre me ne comprava sempre una quando molto raramente mi portava al mare, a Fregene. Quell’andare al mare era un ripercorrere dinamiche di una Roma e di certe famiglie che anche all’epoca non c’erano già più. Mio padre mi comprava una ciambella che non ho mai capito se davvero fosse così grande o se mi sembrasse così perché ero io ad essere piccolo: più piccolo di una ciambella e l’immagine, va detto, mi piace non poco.

Fatto sta che l’alzataccia all’alba per evitare il traffico, il fastidio previsto per la sabbia appiccicata sulla crema protettiva e la paura per l’acqua venivano mediati dal profumo di fritto di quel piccolo bar che non ricordo più quale esattamente fosse e che però mi piacerebbe rivedere.
Ho in testa i miei passi lenti e curiosi che indugiano cercando le forme che gli aghi hanno creato cadendo a terra. Camminiamo sul viale ed il rumore del mare si sente già. Ho chiarissimo in testa l’odore del mattino presto e Roma che dorme, i pantaloncini a scacchi di papà e le sue ciabatte da strusciare camminando, la sua canottiera bianca a righine, la sua mano grossa ed indurita che stringe la mia attraversando la strada.
Quello zucchero sotto i denti, stamattina, mi ha fatto pensare al mare (che poi non mi piace), a mio padre (che poi mi piace), al fatto che ho sempre finito di mangiare la ciambella troppo tardi così che arrivati a ridosso della spiaggia finivo per chiedermi se sotto i denti non sentissi pure la sabbia scossa del vento (bleah!).

Non ho mai comprato una ciambella a mio padre e così pure se sono piene di zucchero possono avere un retrogusto amaro.
Ma è più dolce il ricordo ed allora la ciambella mi piace, sempre e comunque, sopratutto perché la mordo avido e penso che non è vero che non tutte le ciambelle riescono col buco.
Ed allora rido, perché significa che le cose belle, le cose buone, se ci stai attento, riescono bene.
Ne ho la conferma, direttamente da una ciambella ma di altro tipo: pasta lievita e poco dolce, gocce di cioccolato, spennellata di uovo sopra. Quando apro la busta sento l’odore dei forni, quelli veri, quelli di certe zone preziose che vanno scomparendo, quelli di una provincia irrinunciabile.Quelle ciambelle hanno un sapore speciale.
Ecco, se qualcuno dovesse mai comprare quelle ciambelle per voi avreste la stessa certezza che ho io.

 

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