Il Dascio

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Il Dascio, un po come il Lonfo, si alluperca. Bizzacca all’imbrunire soviatico.
Ecco io l’ho visto ed è come il Munchio che vedevo da ragazzino e che temevo fosse sotto al mio letto, che continuavo a vedere nel delirio della febbre alta adolescenziale.
Che poi, a dirla tutta sia il Dascio che il Munchio non hanno un profilo definito né un verso tutto loro: sono immagini sfocate prese da libri di patafisica, sono sensazioni e timori. Il Dascio è bestia ingorda dolce ed aggressiva. Sicuri?
Ho idea che ne scriverò ancora, magari in apposita nuova categoria, perché il Dascio è primordiale e brutale, istintivo. Almeno credo.

Il Dascio incarna un po’ quello che temi ma che tutto sommato cerchi. E’ come l’odore di benzina che da fstidio fa male ma che non puoi smettere di annusare.
Ora è animale, ora verso, ora mostruoso energumeno che i sonni tormenta, ora gabella, ora soprannome.

-Ce l’hai il dascio?
-No
-Allora ‘n poi passà!

Visto? e così via.


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