Viaggio in Malesia, Borneo: nota tecnica per il malcapitato lettore

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La connessione web, questa sconosciuta. Si trova quasi sempre ed è economica ma va lenta ed è instabile che pare gestita da trenitalia. 

Caricare foto significa armeggiare per ore per cui, se ne avete voglia, tornate a rileggere gli articoli prima che io pubblichi la galleria di foto finali, la raccolta: ho intenzione di aggiornarli via via se mai riuscirò a trovare una connessione decente. 

Come una volta quindi: prima le parole, poi le immagini, come fu per l’avvento della tv, dopo la radio, no?

A proposito delle parole: come al solito quella pubblicata per ragione di emozioni, tempo e sonno nonché appunto di connessioni web inaffidabili, è la prima stesura del testo, errori ortografici compresi… Voi godetevi pure quelli perdonandomi perché scrivo di notte e di fretta, io intanto me ne sto qui e poi al ritorno, se tornerò, correggerò. 

Kuching – Mulu

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Kuching, lungofiume

Kuching, lungofiume

Salutare Kuching di sabato mattina, assonnato, mi ha portato uno stato di inquietudine poco chiara. Abbiamo rinunciato alla navigazione lungo il fiume che ci avrebbe portati a Sibu nonostante fosse tutto pronto, compreso l’accordo con il solito tassista, stavolta in maglia casual considerando il fine settimana. Niente express boat quindi, niente 4 ore di navigazione: le barche sono chiuse e la navigazione piuttosto veloce non lascia spazio a soste o foto. Meglio prendere un aereo diretto a Mulu, altro parco nazionale, e risparmiare la notte a Sibu (città piuttosto vuota stando alla guida), meglio evitare conseguentemente il  trasferimento verso Miri, di fatto inutile, visto che il programma rivisto giorni fa non include più il passaggio in Brunei. Questo quindi dovrebbe permettere una visita più completa di questo parco è più giorni da spendere nel Sabah, regione più ad est del Borneo malese.

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Kuching, Bako Park

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Bako park, panorama alal fine del sentiero numero 6

Bako park, panorama alal fine del sentiero numero 6

Il tassita è preciso come la stiratura della sua camicia che sono certo ha indossato per noi. Ha il collo consumato e mi fa pensare a quei paesi in Italia dove le persone si tengono il vestito buono per il matrimonio, il funerale oppure per il giorno della festa. È pulito e pettinato, è profumato e nutre quel rispetto figlio di un colonialismo antichissimo: sono sicuro che la mia stretta di mano, ieri, alla fine della nostra contrattazione lo abbia colpito e rassicurato, che abbia steso le basi per un rispetto reciproco.

Al parco del Bako si arriva dopo circa 30′ di auto per circa 50 myr oppure per molto meno e circa 1 ora, con il bus, con aria condizionata.

Il parco è una delle meraviglie del Borneo e nasconde interessantissime specie di animali così come piante sconosciute oltre oceano. Un parco tutto sommato organizzato anche se meno di quanto mostrato. Al biglietto di ingresso (20 myr quindi circa 4 euro), va unito il biglietto di andata e ritorno per la barca (40 myr): il parco vero e proprio è infatti oltre un tratto di mare calmo e verdastro il cui panorama è disturbato soltanto da formazioni di roccia a strapiombo sul mare o nel mezzo del tratto stesso. Una roccia di sabbia frustata dal vento e modificata dalla marea che ora alta, ora bassa, impazza visibilmente in tutta l’area. La marea e la corrente non permettono di avere orari precisi: l’ultima barca, oggi, è alle 15, ma questo lo si scopre appunto arrivando li, parlando con il personale.  Continua a leggere….

Kuching, Semenggoh Park

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Il Semenggoh Park è una piccola riserva che dista 30′ di macchina dalla città. Gli oranghi vivono totalmente liberi e non esistono gabbie, recinzioni di sorta. Pagato il biglietto di 10 myr si accede ad una piazza circondata da alberi dove per due volte al giorno è facilissimo imbattersi negli oranghi. Alle 9 ed alle 15 i guardaparco nutrono gli oranghi dando loro della frutta che li aiuta a superare la stagione nella quale la giungla offre meno cibo. Va inoltre considerato che non tutti gli oranghi sarebbero in grado di sopravvivere visto che alcuni sono nati li e che quindi sono meno esperti nel procacciaresi cibo: a rischio estinzione sono qui per essere sostenuti e per essere aiutati nella riproduzione. Siamo stati fortunati ad aver incontrato Richie, il boss, il capo. Ci hanno spiegato che a volte per settimane non si mostra e che essendo il più anziano fra gli oranghi è considerato il loro capo: burbero e geloso si batte con gli altri se qualcuno si avvicina alla sua femmina. Legenda del tassista narra che una volta un guardaparco abbia trovato un orango smembrato e che il tutto fosse successo proprio a causa di una lite fra Richie ed il malcapitato di turno. Continua a leggere….

A Frosinone

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Stazione di Frosinone

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Frosinone: non ci ero mai sceso. L’occasione è stata quella dei Fasti Verolani, a Veroli, giorni fa. Una manifestazione di artisti di strada che si esibiscono a ripetizione nel piccolo e pittoresco paese. Una manifestazione fatta di musiche popolari, bancarelle, cibo saporito, trampolieri, giocolieri, mimi, comici: meriterebbe quindi un apposito resoconto, aver tempo.
Ma prima c’è la stazione di Frosinone.

C’è un bar ben fornito con baristi esperti e dall’uniforme brutta ma impeccabile, stirata tanto che si vedono le pieghe delle camicie bianche, bianche che ti chiedi come facciano non schizzarci su il caffè. Al bar ci sono pure i gelati ed il banco di una vera pasticceria: “le code di aragosta alla crema chantilly” : è il chiaro segno che siamo davanti ad una stazione di livello, in qualche modo storica senza edifici realmente tali, che siamo in un bar che con i distributori automatici di Termini fa a pugni e che rappresenta Ciociaria pura, buon cibo e scorci anni 80.

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