Attese

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Goodbye train

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Poi il cielo s’era rotto col fragore d’un tuono che se non fosse stato venerdì pomeriggio avrebbe fatto di certo un rumore diverso.

Il cielo aveva colato giù tutta la frustrazione che il vento lento e caldo gli aveva portato nei giorni prima.

Roma gli era sembrata disperata, svuotata, e s’era rifugiato sotto le tettoie fra i binari della stazione che poi lo si sapeva già, non riparavano un cazzo e la pioggia tiepida continuava a pizzicarlo sul viso come fosse fatta di spilli.

Il tabellone se ne stava li a decidere il destino di ognuno senza capire che quelle cifre per le persone avrebbero significato molto più che per lui che comunque va compreso perché non si riposa mai.

Ma voi ci avete mai fatto caso alle traiettorie che percorre la gente in trascinando la valigia? Certe volte aveva creduto che facessero quei giri tutti storti tanto per farsi vedere da lui, tanto per trasmettergli l’ansia del treno che parte e di loro affannati che con un filo di voce e scarsissima logica mormorano qualcosa tipo “aspettate”.

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Rifugi

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Sottopassaggio_Stazione

Stamattina nel  tunnel della piccola stazione si era rifugiato un odore chiaro di campagna, come di fieno rimasto umido dalla notte. 

Svegliandoci il fresco del mattino mi ha costretto a comprendere quella voglia di rifugio e riservatezza che solo certe mattine, come questa, sanno regalare.
Quell’odore ha deciso di seguire quel bisogno recondito di rifugio e lo ha fatto nascondendosi li, riparato e confortato dal tepore del tunnel.
Ecco, io sono scombussolato da attese interminabili, problemi complicati dal tempo, dall’affanno della voglia di risolvere.

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Banchine

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rome termini station

Nella moltitudine della folla operosa della stazione, disciolto fra le storie di ognuno,  si sentiva come tutelato, protetto dal non riuscire ad essere notato.
Camminava lento: ora sembrava aspettasse qualcuno, alla banchina, ora invece, sotto al tabellone luminoso indaffarato in continui cambiamenti, che il suo treno stesse per partire. Continua a leggere….

Treni

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stazione roma termini

All’improvviso gli sembrò che il tempo che non aveva speso avesse un senso e che quei baci mai dati non avessero più il sapore di un rimorso ne di un rimpianto ma semplicemente di un treno passato, un appuntamento mancato ma mai del tutto fissato.

In una pellicola impazzita che scorreva all’indietro si vide più bello anche se più vecchio e riusciva ora a trovare perfino un filo logico nei monosillabi di suo padre, in quei detti secchi e gagliardi, in quei mozziconi di parole al sapore di fumo, lanciati lì sul tavolo, dopo la cena in silenzio. Continua a leggere….


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