Thai

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…laggiù la benzina è rossa.

Evapora, più che bruciarsi. Puoi trovarti a fare rifornimento acquistando a bordo strada bottiglie senza etichetta riempite di benzina, caricando il serbatoio con un tubo che esce da un fusto di latta, travasando con un improbo meccanismo a  manovella

“amore lungo lungo

ping pong show sir

massaaaaaaaaaaage sir?”

massaaaaaaaaaaagge sir?” (è diverso, c’è una g in più, è detto da un uomo…tipo un uomo, và)

Puoi perderti nei bar di Lamai, fumando sigarette, bevendo birre e gustando vermi per antipasto.

Puoi goderti un incontro simulato di box thailandese e scommetterci su facendo finta di esserci cascato.

Puoi vivere in ciabatte, affittare una moto da 100 cavalli e guidarla in maniche corte su una strada tutta buche e sabbia.

…comperare medicine scadute da un banchetto in strada, perderti nel traffico ossessivo alle 2 di notte,

… trovare la copia di tutto ( o forse sono gli originali?)

…la birra più fresca

…pregare una religione che non conosci, stimare un Dio che non ti ama, parlare con i monaci fuori da un tempio, senza domande da preti, solo con risposte pratiche.

Il sole ustiona, la cucina attrae, il mare disperde, gli animali stupiscono, le donne invitano, lo spazio smarrisce, la foresta richiama, la pioggia fa rumore sul serio, l’acqua è pulita, il caldo vero caldo, il freddo non esiste, gli elefanti li trovi in strada come fossero automobili.

I massaggi… ma quelli veri.

Il pesce che puoi scegliere sulla spiaggia; gamberi troppo grossi, da sfidare solo con coltello e forchetta;

i soldi che a volte in tasca paiono troppi rispetto alla vita da vivere, l gente con cui parlare, chi è fuggito da occidente per rifuggiarsi su una palafitta di bambu e palme sulla battigia.

Notti infinite, il caldo che annichilisce, giorni sonnecchiate, vissuti trascinandosi dalla stanza alla spiaggia, fra birre e segni dek lettino prendisole sul viso.

I mille mudras del Buddha,

Laggiù la casa è lontana e tornando c’è una specie di mal d’Africa, solo che è d’Asia.

Un’altra birra, il Gianvi mi guarda e negli occhi ci rivedo quei giorni, la fuga verso cosa o lontano da chi, no non so.

“Un giorno ci andremo insieme”, teorizza. “Prima che ti sposi“, mi dice

Dico di si.

La barista ce ne dà un’altra bella fredda. In sottofondo i rumori del vociare e lo sbattere dei bicchieri.

Rimaniamo in silenzio per un po, senza guardarci, come non ci conoscessimo.

Loretta è laggiù, in fondo al bicchiere come nelle spiagge desolate thailandesi.

Loretta è seduta in mezzo a noi e la conosciamo tutti e due sebbene sia diversa per ognuno.

Non tornerà a casa. Ne con me, ne con lui.

Il fondo del bicchiere nasconde dove, come e quando.

E’ solo un’altra notte, o forse nemmeno la metà ormai rimasta.

 

Massimo

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