Sassi in regalo

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Beatrice mi regala i sassi più belli od almeno quelli che per lei lo sono.

Li tengo in tasca gelosamente, ritrovandoli poi quando metto a lavare i pantaloni, quando cerco le chiavi dell’auto nelle tasche, dove poso il ferma soldi alla sera, sulla mensola. Li conservo, glieli mostro orgoglioso e lei mi sorride: mi piace dimostrarle di averla intesa, di averle dato importanza e conservato quanto di importante per lei.

Nella realtà dei fatti abbiamo perso un paio di sassi proprio in queste procedure di  comprensione, facendoli scivolare in un tombino una volta, lanciandoli per gioco, senza poi ritrovarli, in un campo giallo.

Matilde gioca silenziosa con ogni oggetto e mi ricorda spesso la mia fantasia nel trovare meccanismi, inventare funzionamenti, farmi bastare poco, per scelta e non per carenza. In silenzio siede e non chiama, gioca ed indaga, scopre.

Il loro stupore per gli animali incontrati, la loro natura umana così primordiale e ferma al bene massimo, senza compromissioni di pericoli od interessi è quanto di più pulito io abbia potuto osservare in vita.

Giochiamo spesso sul letto, isola felice al mattino appena svegli, intontiti da un sonno ormai andato, non ancora del tutto attivi. Sento l’odore del sonno sul loro viso e riservo baci leggeri sulle guance calde dal cuscino: ci sono momenti in cui ci guardiamo negli occhi e posso vederci comprensione sebbene non del tutto espressa, non catalizzata in parole.
In questo viaggio ci siamo conosciuti di più anche se abbiamo avuto troppo spazio da dedicare a liti ed incomprensioni: che sia anche questo un modo per conoscerci, questo non lo so ancora.

Voglio avere tempo da spendere, da dedicare alle battaglie con me stesso per essere migliore: spesso cerco di organizzare qualcosa che poi invece non serve perché come già osservato non serve niente se non il tempo insieme, al massimo qualche scivolo od altalena che qui troviamo sempre.

I tragitti in macchina, se sono sveglie, sono sempre di passione: Beatrice riesce a togliersi le cinture e farci perdere la pazienza col risultato di inoltrare poi un senso di colpa non indifferente, latente, almeno per me, per qualche ora se non giorno.

Camminare in montagna o nella natura, ma del resto anche in città, è una difficoltà: sono attratte da ogni cosa per piccola o grande che sia. La loro mente pulita, il loro bagaglio di esperienza candido e vuoto le costringe ad interessarsi a tutto e tutti, ad infilarsi fra cespugli, recinti, porte, a raccogliere ogni forma, specie se colorata.
Cosa ricorderanno di questa Austria, cosa avranno focalizzato davvero, messo via?

Ho notato che metabolizzano a distanza di un paio di giorni quanto detto, osservato, quanto gli ho mostrato: lo sfoderano 48 ore dopo, inaspettatamente. Hanno come un un tempo di decantazione

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