Cose che mi fanno incazzare

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Il concertone, come parola e tutti i concetti che ci stanno dietro.

Il Salento e la gente che spocchiosamente si definisce salentina, chi ci fa in vacanza dicendo che è bello ecc è bello il dialetto: ma vaffanculo!

Riso patate e cozze

I toscani che si credono simpatici solo per via del loro dialetto.

La campania

Quando alle previsioni meteo dicono “zone interne del centro” e non Umbria

Quando non c’è l’acqua in frigo
I cetrioli
Chi mangia i cetrioli

Chi non capisce che gli puzza l’alito.

Il fatto che nonostante l’oroscopo sia diverso su tutti i giornali che lo pubblicano, la gente lo legge credendoci pure.

Chi mangia cibo odoroso in luogo pubblico.

Il volume, la sveglia o la temperatura impostate su numeri dispari. Continua a leggere….

25 Settembre, votiamo

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voting

Ecco, ci siamo, il 25/09/2022 voteremo.

A valle, quasi, di una pandemia che interessa il nostro paese da più di 2 anni, durante una guerra in ucraina che ci rattrista visto che per interessi economici nessuno dei paesi sedicenti civili sta facendo nulla, il nostro governo è caduto dopo le schermaglie puerili di questo o quel politicante.

Disillusione totale, idee zero.

Ci sono crisi economica, climatica, ideologica: nessuno ha presentato un programma dove questi temi sono al centro. Ci si concentra su incredibili alleanze che rivelano disinteresse per le idee costituenti di un partito. E’ il concetto di partito che manca, il concetto di idea al quale invece prima si faceva fede.
Voterei un estremismo, vero, se esistesse, invece no, esistono solo accordi che finiscono per edulcorare ogni idea, per rendere inutile proclami e persone.

La forza di una idea, incrollabile, di un credo: non c’è più.
Siamo nell’epoca della tecnologia, esistono le prove, video, audio, scritte di proclami rinnegati del tutto, di accordi dichiarati come impossibili ed ora stretti. Che potremo attendere dal futuro? Perché questa gente prende voti? Come sperano di non essere scoperti?

Che cazzo di popolo siamo, convinti di far bene non chiedendo la fattura, rimediando uno “sconticino“? Che popolo siamo se il bar non fa lo scontrino, se il medico lavora in nero, se la gente rischia di morire nei cantieri edili lavorando in nero dopo anni di battaglie? Che cosa ci aspettiamo dal futuro se viviamo in un paese dove la gente si approfitta del prossimo, dove non si fa quello che è giusto ma solo quello che conviene? Continua a leggere….

Return to work (e due)

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La verità è che alla maggior parte delle persone il proprio lavoro non piace.

Non c’è bisogno di dare un nome ad una pseudo sindrome, di cercare consigli sul web, magari arrivando a questo blog, per capire come alleggerire il rientro a lavoro dalle ferie.

Sembra una vera e propria malattia degli ultimi anni, il return to work

Siamo costretti a lavorare per vivere: tutto qui. Quante sono le reali possibilità che una persona felicemente faccia il lavoro che gli piace? Siamo seri, basse, quasi nulle! Chi, anche potendo svolgere il lavoro che gli piace non vorrebbe fare di meno con lo stesso stipendio, magari delegando e controllando mentre guarda un film o sta in giro? Continua a leggere….

Energia

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Sarebbe il caso di dirlo: la soluzione è sotto gli occhi di tutti, alla luce del sole.

Esatto, il sole.

Le più recenti e tristi notizie che arrivano da est Europa ci raccontano di un conflitto poco logico e molto poco umano, ma del resto, quale lo è?

Torna in voga il tema energia, il tema dell’indipendenza energetica di uno stato, di austerità, di generale riduzione e contrazione. Sentimento contrapposti accomunati dalla sottintesa logica ammissione che per il progresso, lo sviluppo, serve energia in senso lato.

Siamo ancora troppo vincolati a risorse che una volta consumate distruggono il nostro pianeta e sono tanti gli stati che per recuperare il gap tecnologico, produttivo e sociale accumulato nei decenni scorsi, inquinano in maniera smodata e pericolosa.

India e Cina per esempio, ma non solo: sono solo esempi.

Eppure la moderna, democratica e tecnologica Europa si “scopre” dipendente da fonti energetiche altrui, fonti comunque relativamente pulite sotto gli aspetti geopolitici, etici e soprattutto ambientali. Sento ancora parlare di carbone, pago ancora nel conto mensile del fornitore di energia elettrica una quota per le “fonti rinnovabili” e non capisco perché dovrei pagare io per un investimento che fa un privato assicurandosi futuri clienti. Continua a leggere….

Giustizia

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Giovanni Brusca condotto in carcere dopo la sua cattura, il 21 maggio 1996. ANSA / FRANCO LANNINO

Giovanni Brusca condotto in carcere dopo la sua cattura, il 21 maggio 1996.
ANSA / FRANCO LANNINO

 

Prima alcune morti sul lavoro, poi l’incidente in funivia provocato da incuria, dal mascherare difetti per poter comunque guadagnare, ora l’uscita di carcere di Brusca.

Il paese è assetato di giustizia, inneggia alla giusta pena, al rispetto delle regole.

Ebbene, le morti sul lavoro ci sono perché si investe poco in sicurezza, perché si accettano ruoli non propri, perché per andare veloci si modificano macchine, dispositivi, e lo si fa noncuranti…tanto che vuoi che succeda?

Noi siamo il paese che lavora in nero, che “conviene a tutti se senza fattura”, il paese che “tanto è sempre stato così”, che accetta a testa bassa, che non vuole cambiare. Il paese che poi, però si lamenta. Se gli ospedali e le scuole funzionano male è anche per questo, per le tasse non pagate.

Siamo il paese che giustifica, che omette, che perdona, che garantisce, salvo poi, appunto, volere la giusta pena, la giustizia a tutti i costi.
I sindacati proclamano sciopero nei prefestivi, solo di venerdì: che credibilità hanno? Sono i primi ad assumere secondo nepotismo, a tutelare chi non lavora.

E’ gravissimo che sia precipitata la cabina di una funivia la cui manutenzione, consapevolmente, era stata messa da parte, i cui freni di emergenza erano stati bloccati per evitare che scattassero impedendo, con quel guasto in essere, che la funivia procedesse, che facesse quindi guadagnare i gestori. Che scandalo, che rabbia, quante vittime! Si, ma siamo il paese che avrebbe protestato se, ad un controllo, si fossero licenziati tutti, denunciati gli altri, incarcerati i colpevoli: cosa avrebbero potuto fare? Il governo con le chiusure per la pandemia li ha affamati. Si sarebbe detto questo, o qualcosa del genere.

Giustizia, carcere a vita….

Oggi esce di galera Brusca, boss mafioso pentito, pluriomicida e si grida allo scandalo. Ma non siamo il paese che si atteggia a grande democrazia garantista, che critica la pena di morte? Brusca ha scontato la sua pena e nel rispetto della legge oggi esce di galera. Il nostro sistema non è volto alla rieducazione, alla garanzia, alla comprensione? Ed allora cosa andiamo cercando?

Perché non siamo in grado di essere coerenti? Perché i più continuano a fare quello che gli conviene e non quello che è giusto?

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