Luna calda

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luna gialla

Quando sbucò fuori dalla piccola rampa ricurva del GRA affilò lo sguardo come per ficcarsi nella linea dell’orizzonte.
Aveva lanciato la piccola macchina accelerando fino a sentirla sfiatata, vecchia com’era ma pur sempre fidata.

D’un tratto sollevò il piede, mollo il gas, rilasciò i muscoli del polpaccio e si sentì d’aver fatto una grande scoperta, di aver voglia di sgranare gli occhi e prendersi tutta la calma necessaria.
Era un’astronauta perfetta: un’esploratrice di una dimensione, quella del GRA, così vuota ed ignota a quell’ora di notte, così strana e disabitata da sembrare una superficie ignota e lontana. Continua a leggere….

Ricordi ad una piazza

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Niente, non ce la faccio ancora. Non ho fatto ancora in tempo a districare le bozze, a mettere in fila ordinata parole e foto così da chiudere il quaderno odeporico del viaggio in Borneo.

Osservo la città mentre l’alba non è ancora arrivata, mentre le strade sono più calme: il martedì parto da casa di mia madre mentre mezzo mondo ancora riposa.
Tutto questo credo sia una sorta di regalo per lei: un solo turno di allenamenti da gestire, il lunedì, la cena da lei rientrando infreddolito, quei sorrisi e qui piatti stracolmi preparati “perché rientri stanco ed hai fame“, i cruciverba da correggere come al solito, quattro chiacchiere semplici. Continua a leggere….

Altalena

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emotions

Roma piange una pioggia sporca, un caffè scolorito, su una mattina di traffico rassegnato.

Guardo gli operai, lavorano lenti come pachidermi, i loro mezzi pesanti, gialli, colorati di fango. La radio parla di elezioni ed io mi tiro su pensando all’autostrada, alla riga bianca che la separa, a km da fare: a prescindere sto bene, un bene estemporaneo.

Ora resisto sulla banchina, sto cercando fra i passeggeri chi non incontrerò, ho un libro polveroso, fra le mani, lo leggo a fatica nelle pause che mi prendo dall’indagare la vita dei passeggeri.

Lascio passare treni,  per gestire l’emozione di temporeggiare, aspettare. Resisto e stringo i pugni immaginando una grossa e lenta clessidra. Sorrido un po e mi sembro felice, mancando la mia fermata, per scelta. Continua a leggere….

Rewind

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rewind

Fa freddo e mia madre mi allaccia i pendagli del cappuccio della mia giacca a vento blu. Sento la gola costretta e sono serio, davanti l’ingresso di scuola. Un fotografo fa foto lì fuori e mia madre mi sistema i capelli..
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Oltre un temporale

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Lettura consigliata in abbinamento all’ascolto di
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Claudio guida sul G.R.A., alle sue spalle una bandiera di calcio, sul fondo della cabina del suo camion, davanti un quintale di km da percorrere ed una storia come tantissime altre, soffuse dalle luci di una sera di venerdì, Roma, ma anche Milano, così come fosse anche Brindisi oppure Pisticci, di cui poi non ricordo davvero la provincia. Storie annodate, partendo dal macro per arrivare al micro.

Sua moglie dorme già , avvolta in un letto grande, da sola, ogni notte, mentre lui invia mozziconi di messaggi da una piazzola di asfalto, su e giù per la penisola. L’amore non funziona più davvero ma nessuno dei due ha il coraggio di provare a risolvere, parlare o  capire.
Sopravvivere, ai margini di una giornata di lavoro, con una persona che ami davvero anche se il vocabolario interrogato spiegherebbe tutt’altro. Trincerati nella propria vita, senza la forza di vivere sul serio, di cavalcare una passione vera, pur non essendo tristi ne in lite, pur non avendo interesse per altre persone.
Due famiglie da cui andare a pranzo nelle domeniche di sole, quando lui è ancora stordito dai chilometri del rientro e lei accenna del fard davanti allo bagno che vorrebbe sempre cambiare.

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