Caffè, inizi, meravigliosi equilibri precari

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caffe

E c’era odore di caffè, stamattina, di fumo , di freddo là fuori e di mattine che iniziano.

E camminare lento senza rumore  è stato un modo per cominciare piano combattendo con la voglia di lavorare, i tanti appunti da sistemare, le mie bozze disordinate.

Ho pensato ad un meraviglioso equilibrio precario. Nel dolce dello zucchero sul fondo del bicchiere di caffè c’era una piccola energia che poi ho smorzato accendendo una sigaretta. E’ prima mattina, dovrei smettere da un po, ma non è facile, lo sai?

Poco fa ho cercato “malinconia sul vocabolario” e so che se fossi qui l’avresti capito senza indagarmi ne chiedermi niente.

Io ne ho accesa un’altra, è colpa tua.

Tu mi manchi.

Il tempo e gli abbracci

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abbracci stazione

 

Dove sia o che ne farò, di tutto il tempo dei Timeout che non ho chiamato, consumato, non lo so  ancora.
Non c’è tempo, e lo capisco ogni giorno; e le mattinate scorrono veloci, le notti lente: quelle sutpende e quelle orribili delle sigarette interminabili.

Così corriamo, dimentichiamo, rimandiamo. Beh, no, non è questo e non è vero: non c’è tempo. E’ una cazzata, domani è una cazzata.

Ho lasciato che mio padre morisse senza riuscire ad abbracciarlo. Io la macchina del tempo non ce l’ho ancora e così rimango qui, senza tempo, in un fermo immagine spietato, disperato. Continua a leggere….

Top 5 dei momenti bellissimi

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le cose belle

 

  1. Quando succedono “quelle cose” che poi qui non me la sento di scrivervi perché sono troppo veramente personali, speciali e bellissime
  2. Quando stamattina mi sono svegliato con un messaggio
  3. Quando i miei giocatori corrono in panchina ad abbracciarmi
  4. Quando ricevo messaggi che dicono : “dove sei?” ed allora io mi sento un viaggiatore
  5. Quando scopro che ho tante Golia in tasca.

Adrenalina da uomo medio

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oltre la linea gialla

Rullo di tamburi sulla banchina: metrò  nuovo o vecchio modello?

Poi il treno arriva e… io non mi allontanano dalla linea gialla, sono duro eh?!?!

Il ragno avrà rifatto la solita ragnatela fra lo specchietto e la portiera della mia macchina?

Il mio ambulante di fiducia avrà trovato la cintura grigio chiara che cerco da tempo?

Bere la cioccolata forte della macchinetta: “forte”, capito? Roba da uomini duri.

Scendere ala fermata Quintiliani della metro B di Roma, e vedere dove sbuca. Nessuno la usa, il mistero è fittissimo.ed è lo stesso che ti avvolge uscendo dai moderni multisala: “ndo cazzo sto ?”

P.s. Quelle in foto sono, erano, delle belle scarpe. Cerco ancora la scarpa smarrita (leggi qualche post fa) ma ormai ho perduto le speranze.

Surralistic pillow

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surrealistic pillow

Quella era l’estate dell’amore, oppure, come dicono oltre oceano, la Summer of love. Era il 1967. Con quell’espressione in realtà si identifica quanto più o meno accaduto e la relativa corrente di pensiero degli anni che vanno dal 1965 al 1969 a San Francisco, precisamente nel quartiere di Haight-Ashbury.
Quartiere centro del movimento hippie di quegli anni, teatro quindi di surrealistiche situazioni culturali derivanti dal malcontento e dalla delusione americana per eventi epocali quali la guerra del Vietnam.
Pace e libertà sintetizzate in comunità di giovani hippie: 2 anni prima, stessa città nascevano i Jefferson Airplane, gruppo musicale. Ad inizio ’67, appunto, la pubblicazione del loro secondo album: Surrealistic Pillow (cuscino surrealistico), album che va a riempire la piccola rubrica “musica per gli occhi, immagini per le orecchie” di questo blog. Continua a leggere….

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