TransCiociaria

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Quando comprai questa Vespa lo feci per passione motociclistica ma anche spinto dai ricordi di una Roma e di certi anni che furono, di pomeriggi e sensazioni impossibili da trasformare in parole. Ne scelsi una uguale a quella con la quale imparai a guidare “con le marce”, quando ero così piccolo che per gli altri era strano riuscissi a pestare sulla pedivella per mettere in moto.

Il terzo motivo lo scoprì dopo, sulla scorta della spedizione a Caponord, in moto: un motivo affiorato piano piano, emerso dal mare di paesaggi e km che quel viaggio aveva significato. Pensai ancora una volta che non sarebbe stato quello il momento di fermarmi e cominciai una serie infinita di progetti così complicati ed emozionanti, così grandi, da dover essere messi da parte.

Il viaggiare era allora ed è oggi il centro dell’idea. Continua a leggere….

19/07/1992

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Come sempre i più grandi eventi della storia ci costringono a ricordare anche anni dopo cosa stessimo facendo in quegli istanti. Il brutto sta nel fatto che la nostra ordinarietà cozza con la specialità e la straordinarietà dell’evento stesso così che questo ci imponga di ricordare banalità che finiscono per farci sentire in colpa. Mentre cadeva il muro di Berlino, al massimo, ero in coda per salire sul mio scuolabus così che di riflesso mi sarei poi sentito in dovere di viaggiare e capire, colmare un vuoto indicibile ed inspiegabile.

Ecco perché oggi devo parlare del Videoregistratore . Il primo per me. Continua a leggere….

Il Dascio

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dascio-in-festa

Il Dascio, un po come il Lonfo, si alluperca. Bizzacca all’imbrunire soviatico.
Ecco io l’ho visto ed è come il Munchio che vedevo da ragazzino e che temevo fosse sotto al mio letto, che continuavo a vedere nel delirio della febbre alta adolescenziale.
Che poi, a dirla tutta sia il Dascio che il Munchio non hanno un profilo definito né un verso tutto loro: sono immagini sfocate prese da libri di patafisica, sono sensazioni e timori. Il Dascio è bestia ingorda dolce ed aggressiva. Sicuri?
Ho idea che ne scriverò ancora, magari in apposita nuova categoria, perché il Dascio è primordiale e brutale, istintivo. Almeno credo.

Il Dascio incarna un po’ quello che temi ma che tutto sommato cerchi. E’ come l’odore di benzina che da fstidio fa male ma che non puoi smettere di annusare.
Ora è animale, ora verso, ora mostruoso energumeno che i sonni tormenta, ora gabella, ora soprannome.

-Ce l’hai il dascio?
-No
-Allora ‘n poi passà!

Visto? e così via.

Binario 4

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A testa china, un po’ dubbiosi, tutti verso la novità. Stamattina binario 4 e qualche minuto di ritardo. A me piace perché ha il sapore di una novità buona e stimola quelle signore con i vestiti sottili, celesti a fiorellini, a far domande retoriche. Io al binario 4 non ero mai partito e ci avevo visto sempre e solo i papaveri a godersi il sole non ancora caldo di inizio estate, la mattina. Il binario 4 sta davanti a quell’affronto rabbioso, compiuto armati di spray: “l’ignoranza ve se magna”, una scritta che per me c’è ’ ancora e che invece qualche vandalo ha cancellato.

Il controllore con le occhiaie, gli studenti svogliati quanto me, i libri pronti e chiusi sulle gambe, pronti e delusi come i miei giocatori quando aspettano che li chiami per entrare in campo. 

È luglio, il caldo, il pre ferie, le ferie già iniziate di qualcuno, è mia madre che si lagna, le mie sorelle che non risolvono, sono le chiavi che ho dimenticato, i caffè che non posso prendere, le riunioni all’ora di pranzo, pesanti come la parmigiana a colazione.

Forse è pure la barba che imbianca, il sonno che non ho di notte, quel rumore di apiccicaticcio che certa gente fa camminando con quegli orribili sandali.

Ecco, è per tutto questo, e se cambi il numero defli addendi poi non ti ricordi la formula. Il risultato è l’insofferenza, esattamente  come quanto imparata la tabellina sbagliavo l’ultima moltiplicazione: “Stacci attento !” e con uno schiaffo dietro la nuca mia madre mi inviava giù in cortile.

Uffa però !

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uffa pero

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Il fastidio. Sembra che qualcosa vada bene e poi invece…

Va bene smettere di piovere, ma c’era bisogno del caldo ossessivo tutto insieme ?
Le scuole sono chiuse ma il traffico impazzito comunque.
Dopo 8 anni mi hanno iscritto ad un corso che porta ad una certificazione (porterebbe), ma il corso è organizzato un po alla cazzo, per dirla professionalizzante e lo studio è praticamente un secondo lavoro che prende almeno un paio di mesi. Il riassunto è che ti danno il libro e studi da solo, però lo chiamano corso. Continua a leggere….


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