Astronauta del bene

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Astronauta del bene, orbito attorno alla terra senza riuscire a dimostrare d’amare.
Esploratore del senso.
Ho una mappa senza direzione, una bussola col capogiro, un bagaglio pesantissimo di fantasia, una falla che perde sangue, un’ancora di gommapiuma, poche provviste di sogni.
Studio gli umani: mi nutro del sapore delle parole, sono fatto del peso dei piccoli particolari, mi cibo dei discorsi fatti di notte, bevo il perché delle cose.
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Crescere

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La notizia mi ha raggiunto mentre ero con le mani sporche di grasso, intento nel niente di un pomeriggio di ferie.

Prendere ferie per niente di serio la dice lunga. Potrei non scrivere oltre.

Con mezzo sigaro toscano in bocca e la barba invasa dall’odore acre del fumo operavo la vespa per l’ennesima volta, senza successo.

Succhiare aria dalla cannuccia delle manifatture di Lucca, stringere un bullone, fantasticare sul prossimo giro in vespa e sul prossimo viaggio sembrava l’apoteosi dell’aspettativa di vita.

Stefano ha chiamato: è nata la figlia. Lo dico ora, anche se la notizia è di giorni fa.

Dopo Lorenzo, Giorgia.
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Infastidire

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L’sms di Fineco che puntualmente vedi dopo ore che è arrivato e che manda in vacca quell’eccitazione derivante dalla sorpresa presunta.. il chiederti chi sarà mai, poi seguito da somma delusione.

Il copri water di carta, qui in ufficio, che più sei al limite, e più stenta a farsi posizionare dove deve permettendoti di liberarti…

quelli che dicono che “il nuoto è uno sport completo“: vaffanculo, è noioso e poi non è sociale !

quelli che chiamano mentre sei sulla porta pronto per uscire ( che poi credo siano amici di quelli che chiamano mentre sei sotto la doccia )

la telefonata dell’attimo in cui hai deciso che uscirai dall’ufficio

la tazza del caffè del bar che è troppo calda

i baristi che non ti avvertono che il cornetto con la cioccolata è appena uscito dal forno….bastardi !!!
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Definire

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Ipertrofia della mente, sangue impazzito.
Emorragia di parole, meravigliosa ferita, grande salto, vertigine della mente, ragionamento che non torna.
E’ un abbraccio da dietro , un bacio dato di striscio , 100 km percorsi solo per avere 5 minuti.
Una notte spesa a guardare il soffitto, una fumando assonnato, in macchina, mentre vai al lavoro con la barba incolta.

E’ un viaggio, lontano, l’odore dell’aria il sabato mattina, in motorino, con Roma che pare di 20 anni fa.
E’ una maglietta fina, estiva, un paio di jeans ed il giubbotto.
E’ anche le mattine col cielo arrabbiato il telefono che non squilla, mille perché, ragioni che non trovi.
Amniotica sensazione, dolce appartenenza, meraviglioso prendersi cura  e sentirsi curati .
E’ senso di possesso, scambio, comunione di carne, è il ritrovarsi con abitudini non tue, rivederti dentro quotidianità altrui.

Un desiderio spinoso, una proiezione continua, lo sguardo fisso sul monitor, un sorriso fra il demente ed il sorpreso, esibito a sproposito.
La spinta per fare, un vestito elegante, la barba rasata con linee perfette. Una camicia nuova; è vestirsi con cura.
Un posto dove cenare, un bicchiere grosso e tondo pieno di vino rosso.
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Imbrigliare, accusare

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Sei lo specchio del modello che la società ci ha costretto ad accettare, quello stesso modello in cui ci è stato detto di credere sia quello per cui siamo progettati.

Il modello cui l’uomo dovrebbe aderire, secondo chi, o cosa, questo no, non ci è dato sapere. Credere ed obbedire freddamente, omologarsi.

Sei imbrigliato nella struttura dei rapporti rassicuranti propri di famiglie che non esistono più, sei la vittima predestinata dell’ineluttabile cambiamento odierno della massa lasciva e cieca, ormai decisa ad abbandonarsi al gusto, alla preferenza vera, non schermata dai doveri imposti dal modello di cui sopra !

Cedi, ora: è inutile resistere.

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