Scirocco

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rosa dei venti

Ieri la sera m’è caduta in testa come un libro mal riposto nello scaffale.

La prima sera, qui a Roma, pare un quadro dipinto di fretta, leggermente sfocato; si può vedere facilmente la scia rossastra che lasciano le luci delle auto che si affettano sulle strade.

E soffia a strattoni un vento sconclusionato, caldo e fastidioso: mi agita.  Mi sono ricordato che in Volver, film di Almodovar, dove c’è un personaggio che afferma che il vento faccia impazzire le persone. Forse è vero, spettina i pensieri, compresi i miei. Continua a leggere….

Chissà perché, anzi, poi, lo so.

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camino

Il fuoco crepitava e sul tuo viso c’ho visto le fiamme che col fuoco non c’entravano niente. La fuori c’era un freddo infame ed un vento che tagliava le orecchie.

Ma noi c’eravamo rifugiati dopo l’ultimo sole, preso lì sul marciapiede, abbarbicati sotto la collinetta mutilata dai lavori delle costruzioni. E la cena sapeva di sapore ed ogni gesto di famiglia ed abitudine. Io c’ero e tu con me.
Le castagne ed una serata che pareva di cento anni fa, di un presente bello e d’un futuro che non credevamo potesse promettersi. Continua a leggere….

Caffè, inizi, meravigliosi equilibri precari

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caffe

E c’era odore di caffè, stamattina, di fumo , di freddo là fuori e di mattine che iniziano.

E camminare lento senza rumore  è stato un modo per cominciare piano combattendo con la voglia di lavorare, i tanti appunti da sistemare, le mie bozze disordinate.

Ho pensato ad un meraviglioso equilibrio precario. Nel dolce dello zucchero sul fondo del bicchiere di caffè c’era una piccola energia che poi ho smorzato accendendo una sigaretta. E’ prima mattina, dovrei smettere da un po, ma non è facile, lo sai?

Poco fa ho cercato “malinconia sul vocabolario” e so che se fossi qui l’avresti capito senza indagarmi ne chiedermi niente.

Io ne ho accesa un’altra, è colpa tua.

Tu mi manchi.

Il tempo e gli abbracci

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abbracci stazione

 

Dove sia o che ne farò, di tutto il tempo dei Timeout che non ho chiamato, consumato, non lo so  ancora.
Non c’è tempo, e lo capisco ogni giorno; e le mattinate scorrono veloci, le notti lente: quelle sutpende e quelle orribili delle sigarette interminabili.

Così corriamo, dimentichiamo, rimandiamo. Beh, no, non è questo e non è vero: non c’è tempo. E’ una cazzata, domani è una cazzata.

Ho lasciato che mio padre morisse senza riuscire ad abbracciarlo. Io la macchina del tempo non ce l’ho ancora e così rimango qui, senza tempo, in un fermo immagine spietato, disperato. Continua a leggere….

Top 5 dei momenti bellissimi

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le cose belle

 

  1. Quando succedono “quelle cose” che poi qui non me la sento di scrivervi perché sono troppo veramente personali, speciali e bellissime
  2. Quando stamattina mi sono svegliato con un messaggio
  3. Quando i miei giocatori corrono in panchina ad abbracciarmi
  4. Quando ricevo messaggi che dicono : “dove sei?” ed allora io mi sento un viaggiatore
  5. Quando scopro che ho tante Golia in tasca.

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