Calma

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A Roma c’è un vento che non fa il paio con il maggio che ti aspetteresti.

Passeggio comunque al sole caldo di dopo pranzo e mi piace farlo in quelle strade appena fuori dalla confusione della stazione centrale.

La calma di queste vie diventate ormai una fusione imperscrutabile fra vecchia città e localini tradizionali, nuove scalcinate botteghe, coinvolte in infiniti lavori di ammodernamento portati avanti da persone di ogni razza che provano a radicarsi, impiantare un commercio quasi sempre diretto ai loro stessi conterranei per un discorso che mi fa comprendere ancora di più che una vera integrazione è ancora lontana decenni, che si continuano a creare ghetti per volere stesso dei ghettizzati.
E’ giusto che si mantengano le distane culturali, che ci si mescoli per poi tornare “in proprio”: le tradizioni, le cucine, le religioni.

Seduti sui secchi di vernice bevono tè o parlano tranquilli: senza tempo è qualcosa al quale non siamo abituati. Quelle chiacchiere svagate, quei loro lunghi silenzi in un ambiente disadorno, in preparazione per future attività, mi porta ad una calma che non riconosco più, che era propria dei pomeriggi di fine maggio, da bambino, quando la fine della scuola incombeva e nel vecchio cortile sotto casa potevo giocare più ore. Continua a leggere….

I will remember

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charles Bukowki smoking a cigarette

 

I will remember the kisses
our lips raw with love
and how you gave me
everything you had
and how I
offered you what was left of
me,
and I will remember your small room
the feel of you
the light in the window
your records
your books
our morning coffee
our noons our nights
our bodies spilled together
sleeping
the tiny flowing currents
immediate and forever
your leg my leg
your arm my arm
your smile and the warmth
of you
who made me laugh
again.

 

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Betulla

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Il dopobarba alla betulla mi invade all’improvviso mentre stendo la crema molto liquida sul viso appena rasato.

E’ mattina, non è presto eppure ho un sonno atavico; sono soddisfatto della mia rasatura, delle linee della mia barba. Meno del fatto che ormai è imbiancata del tutto. Non è più “sale e pepe”, ma proprio bianca, quasi del tutto. A nemmeno 44 anni.

L’odore di linfa, di albero e natura, mi fa pensare a certi posti al centro della Finlandia; la radio intanto parlotta calma e non ne capisco le parole per colpa del volume e del rumore dell’acqua corrente; così è come se fossi all’estero appunto, ascolto le notizie, poi esco lento. Mi sento bene, tutto potrebbe andare sempre così se questa società, se la cultura popolare, nazionale, se al lavoro, se tutti si comportassero coerentemente, correttamente, “sportivamente”. Questo paese, invece, è finito secondo me. Continua a leggere….

TOP 5 dei propositi per le ferie estive: dalle bozze del 2018

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  1. Giocare tanto a flipper
  2. Guardare con più attenzione i cd nei cestoni delle offerte dell’autogrill.
  3. Rileggere con più attenzione le pore della percezione di Aldus Auxlei
  4. Andare nei pochi bar e bei ristoranti rimasti aperti ad agosto a Roma per sostenerli e fargli capire che non hanno sbagliato.
  5. Andare spesso in edicola.

Fuori classifica: passare ferragosto al palo della morte.

Io sono

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Io sono
Una macchia di sporco
Una foto sfocata, un bacio di striscio.
Io sono in ogni tuo buco, dietro ogni pensiero, oltre ogni notte, fra cento canzoni.
Io sono l’occasione perduta, il lato opposto, la coda sbagliata, la cosa migliore.
Io sono il colore sfumato, la superficie scivolosa, l’odore cattivo che vuoi sempre sentire.
Io sono un cibo grasso, quella padella che ti scotta sempre le dita, io sono la schiuma del latte venuto fuori al mattino, il caffè saltato via dal cucchiaino alla tua maglia.
Io sono ogni tua mattina, ogni sera, io sono tante canzoni.
Io sono.

Anche oggi con te.

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