Io sono

No Comments

 

Io sono
Una macchia di sporco
Una foto sfocata, un bacio di striscio.
Io sono in ogni tuo buco, dietro ogni pensiero, oltre ogni notte, fra cento canzoni.
Io sono l’occasione perduta, il lato opposto, la coda sbagliata, la cosa migliore.
Io sono il colore sfumato, la superficie scivolosa, l’odore cattivo che vuoi sempre sentire.
Io sono un cibo grasso, quella padella che ti scotta sempre le dita, io sono la schiuma del latte venuto fuori al mattino, il caffè saltato via dal cucchiaino alla tua maglia.
Io sono ogni tua mattina, ogni sera, io sono tante canzoni.
Io sono.

Anche oggi con te.

Cose che mi fanno incazzare

No Comments

Il concertone, come parola e tutti i concetti che ci stanno dietro.

Il Salento e la gente che spocchiosamente si definisce salentina, chi ci fa in vacanza dicendo che è bello ecc è bello il dialetto: ma vaffanculo!

Riso patate e cozze

I toscani che si credono simpatici solo per via del loro dialetto.

La campania

Quando alle previsioni meteo dicono “zone interne del centro” e non Umbria

Quando non c’è l’acqua in frigo
I cetrioli
Chi mangia i cetrioli

Chi non capisce che gli puzza l’alito.

Il fatto che nonostante l’oroscopo sia diverso su tutti i giornali che lo pubblicano, la gente lo legge credendoci pure.

Chi mangia cibo odoroso in luogo pubblico.

Il volume, la sveglia o la temperatura impostate su numeri dispari. Continua a leggere….

Bilanci, budget, tourbillon – Pensieri di un 31/12 ritrovati in una bozza del 2019.

No Comments

E rieccoci al bilancio, a guardare al passato quindi, a pesare, a contare, analizzare.
Forse sarebbe meglio guardare al futuro; meglio un budget allora, meglio capire dove e come investire, cosa fare in futuro.

Dice: “ma che fai, aspetta, statte fermo che ce stanno i saldi!”
Ma ai saldi non ci sono coraggio, fortuna, né punti in classifica, insomma non c’è quello che invece ci vorrebbe. 
Ci sono invece i messaggi inoltrati, gli auguri a prescindere, gli “a te e famiglia”, ci sono quelli che più che in famiglia passano le feste sui social network, ci sono gli svogliati, gli appesantiti, quelli impegnati a raccontarci qualcosa di speciale che tale non è, sono quelli spaventati da concetti tipo normale” e “comune”, ci sono gli appelli dei nutrizionisti:”non fate colazione con il pandoro”.
Ma perché, ma che voi? Ma lasciaci perde!

Allora scappo, mi allontano perché ogni anno le stesse scene, gli stessi appelli, le stesse melense false parole.
Basta con i petardi che poi mi si spaventa il cane!
Si il cane, lo stesso che ogni sera mi piscia imperterrito sulle gomme della macchina. Continua a leggere….

Pork pie hat – Lester Young

No Comments

 

Sassofonista, o meglio tenorsassofonista, il migliore secondo Billie Holiday che lo chiamava prez, presidente per riconoscergli appunto una levatura, uno status di maggiore rispetto al resto del mondo.
Un jazz sereno e pacifico, dall’inizio degli anni 30 fino alla morte, prematura, “in stile jazz” come molti altri geniali musicisti del genere.

Con l’andare del tempo, con la fama crescente, qualche contratto accettato e qualche altro rifiutato per orgoglio, come nel 1934 quando Fletcher Henderson cercò di assumerlo contro il parere della propria orchestra, Young si autodeterminò come originale e forse inarrivabile.

Vestiva in modo stravagante, con un cappello particolare ed un lunghissimo cappotto, si dice andasse in giro raccontando di avere poteri sovrannaturali, usava spesso una posa particolare suonando, tenendo il sax in diagonale, quasi orizzontale.
Proprio quel cappello diede il via all’utilizzo di un ulteriore soprannome, porkpie hat appunto per via del modello del cappello che ricorda la forma di una torta di salata, tipica del mondo anglosassone.

Continua a leggere….

To travel

No Comments

Rifugiamoci in India, in certi ashram, discutiamo di religione con la gente che incontreremo al tempio, facciamoci spiegare come funziona la posta dei piccioni di New Delhi , impelaghiamoci in complesse discussioni al tempo Giainista in quei giorni quando non vorrebbero che tu entrassi con me per via del ciclo mestruale.
Prendiamoci tempo per parlare con i monaci seduti fuori dalle mura della vecchia capitale Thailandese di Ayuttaya, rifiatiamo mangiando un panino sotto l’albero che integra da chissà quanti anni la testa di pietra di un Buddha.

Avrai gli occhi grandi quando allontanandoti dalle strutture in pietra del tempio nella natura di Angkor Wat in Cambogia scoprirai essere invece un Buddha sdraiato, dormiente, molto simile a quello del palazzo reale di Bangkok sotto i cui piedi riderai forte come una bambina, senza motivo.

Articoli più vecchi Articoli più recenti


free counters