Charles Aznavour

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Charles Azanavour nel 1956
Così Aznavour è andato via (01/10/2018) e con lui gli ultimi frammenti di un romanticismo che non c’è più né in musica né al cinema né tanto meno in mezzo alla strada.

Sinatra ed Aznavour che musicalmente sono differenti, che hanno una storia umana profondamente diversa ed un genere canoro che per estensione ed ambientazione i puristi direbbero che poco si accostano,sono stati forse gli ultimi veri sex symbol di un certo livello, fatti di parole ed atmosfere raffinate, di vini freddi e frizzanti al punto giusto, di notti umide spese al bancone di un bar, di chiacchiere lente e donne meravigliose da tenere sottobraccio. Ecco perché io li accomuno.

Ecco, siamo molto più poveri e mentre tv e giornali fagocitano la notizia vomitando impietosi stralci di una biografia che invece non entrerebbe in 2 pagine piene di un quotidiano qualcuno si chiede chi cazzo fosse davvero Charles Aznavour.
Un cantante, un attore, un ambasciatore, un uomo che non seppe mai dimenticare le sue radici e che seppe vivere offrendo ad altri armeni la possibilità di salvarsi, di emanciparsi, di andare altrove.
Un giorno una giornalista italiana (Milena Gabbanelli) gli chiese quanti soldi avesse speso per i voli che aveva pagato ai profughi armeni:; lui semplicemente rispose che non conosceva né il numero né la spesa e che non gli importava dei soldi perché non sarebbe voluto essere il più ricco del cimitero.
Il genocidio armeno del quale i libri di scuola raccontano poco, i genitori sopravvissuti ed immigrati in Francia: questo il contesto nel quale Chahnourh Varinag, Aznavourian nasce a Parigi nel 1924.

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Michel Petrucciani

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Michel Petrucciani

E’ notte anche se  in realtà questo non sarebbe dovuto essere un pezzo qui ma un discorso in una serata, qualcosa da integrare con pause per fumo, pezzi da ascoltare e video significativi.

Il jazz è come la birra. La prima volta che la assaggi ti chiedi come faccia la gente a berne. Più avanti non riuscirai a farne a meno. Qualcuno invece in maniera molto più colorita, forse troppo, anni fa, aveva detto che il jazz è come un peto, un rutto: piace, fa sorridere, solo chi lo fa.

Il jazz è come un colore e non è possibile scriverne tanto più che spesso ci si rifugia dietro ad una canzone che possa identificarlo seppure espressione di una sola delle correnti di questa musica.
Michel Petrucciani è jazz però, questo posso dirlo con certezza: jazz, come parola viene da jam session la cui contrazione pronunciata dai neri americani dava luogo ad un suono simile all’odierna parola, e lui dell’improvvisazione ha fatto il suo marchio di fabbrica.

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Tono Metallico Standard

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Offlaga Disco Pax - Socialismo Tascabile foto da Wikipedia

Offlaga Disco Pax – Socialismo Tascabile
foto da Wikipedia

Una pausa dai “racconti” di viaggio che sto finendo di sistemare, qualcosa che ieri sera m’ha tirato su, che pare scritto da me, correggo, che vorrei aver scritto ma che mi rappresenta come molti altri toni, in senso più generale, degli Offlaga Disco Pax.
Di loro ognuno dovrebbe avere tutti gli album, che poi sono troppo pochi, per cominciare forse va bene Socialismo Tascabile dal quale poi è tratta questa canzone.
Uno dei dischi senza il quale secondo me non dovrebbe essere concessa l’abitabilità di un appartamento.
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Cina, consigli per l’uso

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Senza avere prenotato e stabilito tutto da casa si incorre in giornate come oggi nelle quali lo sconforto e la stanchezza prevalgono sul resto.

Siamo stati costretti a spendere mezza giornata per una serie di cambiamenti piuttosto importanti che ci hanno appunto portati a rivedere i programmi.

Questo mi fa venire in mente che può essere utile qualche consiglio molto pratico per pianificare un viaggio qui in Cina.

Innanzi tutto scaricare un traduttore off line (google translate andrà benissimo), perché nessuno parla inglese e dovrete parlare tramite cellulare scrivendo in inglese e facendo loro leggere in cinese. Spesso questa è stata una soluzione ottimale per risolvere questioni spigolose ai pasti (ricordatevi che i cinesi mangiano di tutto e che quindi potreste avere sorprese inattese nei piatti a livello di insetti ed interiora varie)

Secondo punto, scaricate delle mappe da usare sempre off line. Maps.me è una app che sfrutta mappe collaborative sulle quali potete aggiungere e recensire posti: a volte qui in cina si è mostrata una app un po’ imprecisa sopratutto nelle grandi rotonde cittadine ma in generale ottima anche perché ha i nomi dei posti anche in lingua locale (da mostrare ai tassisti e simili che comunque vanno aiutati appunto con il navigatore considerato che sono letteralmente rincoglioniti. La app propone percorsi pedonali, in auto, con mezzi pubblici.

Se potete, per le più grandi attrazioni, prenotate i biglietti appena arrivati in città oppure addirittura giorni prima tramite internet. I cinesi sono un numero che non potete immaginare ed attrazioni tipo la città proibita attenzione, chiusa di lunedì), hanno un numero di ingressi giornalieri limitato (qui a Beijing, per la città proibita, 80000 al giorno che sono pochi, fidatevi). Molti tour operator su web offrono pacchetti o semplici biglietti anche se a volte a costi leggermente superiori a quelli locali. Una ottima soluzione è chinatravelguide che, fra le altre cose, oltre ad un sito in inglese, offre un contatto wechat (app simile a whatsapp qui in Cina usatissima) con il quale potete chattare in diretta. Il personale parla inglese ed è gentile anche se un po’ legnoso nel comprendere: siate metodici e dettagliati perché basta una parola fuori posto per fraintendersi sopratutto con i nomi delle città che in qualche caso differiscono di poche lettere od addirittura di qualche accento. È possibile pagare in carta di credito tramite paypal. Il servizio invia notifiche via e-mail con le quali, nel caso dei treni, dovrete andare a ritirare i biglietti (sempre passaporto al seguito)m evitate caselle e-mail gmail perché tutto quello che è google è bloccato dalla ferrea censura cinese.

Scaricate, prima di partire, una applicazione vpn così da poter usare, una volta arrivati in Cina, social network ed appunto siti che altrimenti sarebbe bloccati. Le soluzioni sono tante ma alcune app di questo genere sono comunque bloccate dal governo e non funzioneranno. Express vpn è risultata ottima e veloce: in sostanza queste applicazioni anziché farvi connettere direttamente ad internet, vi faranno connettere ad un server di un altro paese tramite una connessione criptata così che non si sappia tanto facilmente quale sito od app starete utilizzando. I servizi vpn sono gratis per poco traffico dati ma il servizio illimitato, a pagamento, costa in genere meo di 10 euro per un mese.

Portate sempre al seguito contanti (moneta locale): la carta di credito non è quasi mai accettata e quando lo è è solo quella del circuito cinese: no MasterCard, no Visa. Assurdo. L’unica banca che cambia soldi eBank of China (ricordatevi sempre il passaporto).

Cercate di muovervi con larghissimo anticipo per andare e tornare da stazioni, aeroporti, attrazioni: ripeto, i cinesi sono milioni e milioni e le file possono durare ore. I biglietti li potete ritirare in qualsiasi stazione ferroviaria esibendo passaporto ed il numero di ritiro che è nelle e-mail che vi avrà inoltrato il tour operator (vedi sopra).

Prenotando hotel dovete tenere conto che molti di questi accettano solo cittadini cinesi. Booking.com riporta questa indicazione e riporta, una volta prenotato, il magico tasto per ottenere la schermata in lingua locale da mostrare al tassista (catturate la schermata perché off line booking.com non funzionerà)

In giro ci sono pochissimi turisti occidentali o forse si mescolano nella moltitudine di cinesi: non sperate di chiedere informazioni facilmente e sfruttate google translate (scaricate le lingue così da usarlo off line).

Passaporti: portateli al seguito perché spesso occorre mostrarlo per cambiare soldi in banca (cambi possibili solo solo bank of China) e per entrare in vari siti.

Pechino, di corsa!

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Tramonto al tempio del cielo

Pechino merita forse più giorni di Shanghai.

Rivedendo i programmi causa città proibita chiusa di lunedì, trasferimenti per la muraglia cinese sempre affollati e trani ed aerei verso le altre nostre tappe siamo strati costretti ad alzare il ritmo dei nostri giorni così che la media chilometri al giorno si sia attestata sui 10 e che alla sera le gambe risultino piuttosto pesanti.

Ringrazio Dio, Buddha, o chi altri per la temperatura del tutto accettabile ossia sui 30 gradi senza umidità, cosa che in Asia è un assoluto colpo di fortuna. Nessun segno del pesantissimo inquinamento che affligge la nazione nei maggiori centri: grazie a vento a e pioggia infatti il cielo è più limpido anche se il mondo non è più pulito visto che appunto il vento ha spinto più in là il tutto.

Fatto sta che spesso nelle case occorra installare un purificatore di aria per sopperire all’altissimo tasso inquinamento e che addirittura nei templi sia indicato di accendere incensi votivi nei giorni di inquinamento, segno che in quella occasioni la visibilità sia scarsa di suo…immaginate la vivibilità. Continua a leggere….

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