Donald Fagen – The Nightfly ed i tappeti musicali per la notte

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The Nightfly kamakiriad Morph the cat

Sono le 4 e 10 di una notte non ben precisata.
Un’altra sigaretta penzola fra le dita di un calmissimo dj. Bianco e nero eppure tanti colori.
Un piatto a girare, un disco che incanta, una strada che immagino scorrete silenziosa sotto le ruote grasse di un’auto americana che sfreccia sotto lo skyline di una città americana. E’ quasi la fine di una notte solitaria spesa in un locale, a bare da solo, e chi guida è alticcio ma presente: segue la musica ma pure i suoi pensieri, fra proclami a se stesso, promette rivincite, cambiamenti che finiranno liquidi nella ceramica del bagno quando l’alcol sarà sceso più giù ed avrà liberato un po la mente. Sulla fonte cambiano le luci dei lampioni: accelera ma non riesce a scappare da quello che pensa. La voce lenta e graffiata del dj lo accompagna passando da una canzone all’altra, correlate appunto come fossero conseguenze, come fossero pensieri.

Un disco che non può mancare, una pietra miliare, un’incisione storica perché la prima interamente digitale per un album pop, un’incisione così accurata da essere ancora oggi usata  per provare gli impianti HI-FI. Continua a leggere….

Musica nuda

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Musica_Nuda_Ferruccio_Spinetti_et_Petra_Magoni

Nuda, come qualcosa di naturale e semplice, senza nessuna aggiunta: così è la musica di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti.

Una musica spogliata ma assolutamente non spoglia, essenziale, naturale appunto, fatta di poche vibrazioni e di suoni autentici. Petra la voce, Ferruccio le vibrazioni calde del contrabbasso.
Il duo e la musica nuda, nuda come l’amore che, appunto, si fa in due.
Così ecco la voce acuta e potente di Petra, ecco Spinetti che non accompagna ma conduce, così ecco canzoni acustiche, nitide.

Canzoni proprie e reinterpretazioni totalmente ri arrangiate, capaci di suscitare nuove emozioni nonostante i testi già bene noti. Apprezzati all’estero più che in Italia dove spesso si esibiscono fuori dai più grandi palchi. Continua a leggere….

Auguri (quest’anno servono più che mai)

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Il 25 marzo ho compiuto 41 anni.
Sono nato di domenica, comodo, con la città calma, in un giorno in cui non si lavora, ci si alza tardi.

Sono nato lo stesso giorno di Mina e di Mario Brega, lo stesso giorno in cui, secondo gli studiosi del tema, inizia la Divina Commedia. Ecco, tutto questo mi sembra la somma delle mie passioni oltre che un ottimo inizia; mi sembra il succo del mio essere, del mio modo di essere, di fare, comportare, concepire la vita fra musica, romanità e violenza, direzione frontale d’espressione, passione per le parole.
Forse è un caso, forse no, forse ha ragione l’oroscopo. Continua a leggere….

Lettere a mio fratello (Agosto 2017)

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Mio caro Bro, sono a Sydney “intrappolato” in una città che non sento mia e che non mi appassiona. Così come ero fuggito da Melbourne che pure preferisco a questa zona, così domani farò da qui, diretto verso certe montagne che qui chiamano blu e che forse sono sole ed un po sperse come certe volte è bello sentirsi viaggiando. Dormiremo lassù dove passeremo il giorno camminando, allontanandoci. Il giorno dopo andremo verso la costa più a nord: ho letto che da lì è possibile vedere le balene che seppure ho già avvistato a largo di alcuni piccoli paesi sulla great ocean road vorrei rivedere. Sono impressionanti, grandi, ma sembrano fragili e molli mentre nuotano e se ne stanno per i cazzi loro seguendo chissà che corrente e quale logica. Siamo alla fine di un viaggio memorabile ma dal peso specifico inferiore a quello delle scorribande nella nostra cara Asia, in quel sud est asiatico che tanto ci ammala di malinconia e nostalgia e dove so già che vorrò tornare alla prossima occasione sempre che, nel frattempo, non mi nasca un figlio come spero. Adesso ti saluto perché vado a fare l’amore.
Stammi bene.

Ci vedremo presto.

Moto perpetuo

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Sophie, la moto non va più. Sono inchiodato qui e nessuno sembra aver mai visto una moto moderna, o almeno come la mia.

Vorrei tornare a casa, sono stanco e mentre mi passo le mani fra i pochi capelli impolverati mi sento più stanco ed affannato, ma forse è solo il caldo. Mi prendo un po’ di tempo per scriverti, poi troverò invece il modo di inviarti questa pagina.
Ho fame ma per la cena dovrò ancora aspettare qualche ora. Ho deciso di razionare un po’ i soldi cosi che qualche scelta di vita sia piuttosto estrema, per ora, per fare in modo che il viaggio prosegua, che io possa andare più lontano, verso dove o cosa questo no, non lo so ancora.

Oggi ho riguardato la foto di mio padre, quella in moto dove posa come fosse un attore di quei film anni 60 dove lui è il bello della situazione: forse è così che si sentiva, forse è così che lo vedo. Credo che quando si comincia a guardarsi in un certo modo poi è così, in quel modo che si finisce per apparire, non credi?
Quanti ricordi legati a questa foto, alle moto, ai viaggi, compreso questo. Ho ripensato a quando sono finito in terra per girarmi a guardarla, a come posso riderci ora, a come mi sentì stupido allora. Fu sempre colpa sua, di Loretta, ricordi? Mi girai per farle un cenno, scivolai come un bimbo alle prime armi: forse era una metafora di vita. Continua a leggere….

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